“Eravamo una dozzina attorno a un tavolone, sprofondati nel buio. Tutti scalzi, indossavamo delle tuniche bianche con sopra cucita, in corrispondenza del cuore, una rosa rossa. L’unica flebile luce giallastra proveniva dalle centinaia di candele accese sul pavimento. Altre candele erano sul tavolo intorno al corpo nudo della ragazza, che era lì sdraiata priva di sensi. Era stata drogata».
Inizia così la lunga lettera che Angelo Izzo, il Mostro del Circeo, ha mandato in esclusiva al settimanale Giallo, diretto da Andrea Biavardi, per dimostrare di essere a conoscenza dei particolari dell’omicidio di Rossella Corazzin. La lettera, piena di dettagli molto precisi, è stata ripresa ieri anche dal sito Internet Dagospia. «Dice la verità o si è inventato tutto? – si legge nell’articolo firmato da Gian Pietro Fiore su Giallo -.
Nella lettera che ci ha mandato, la belva del Circeo ci parla del rapimento e dell’omicidio di Rossella Corazzin, nei quali sarebbero stati coinvolti lui, Narducci e un’altra decina di persone. Le parole di Izzo sono terribili. Naturalmente, non possiamo sapere se stia dicendo la verità o se stia mentendo. Non spetta a noi stabilirlo, ma alla Procura di Perugia, a cui sono stati di recente trasmessi tutti gli atti relativi a questa vicenda».
Il racconto choc
Ecco come prosegue nella sua missiva il mostro del Circeo: «Chiedo alla Procura di Perugia di essere portato nella villa che ho indicato nei verbali redatti a seguito delle mie dichiarazioni sull’omicidio di Rossella Corazzin. Se mi trovassi all’interno di quella casa, ubicata nella zona del Lago Trasimeno, sarei in grado di essere ancora più preciso riguardo a quanto è avvenuto in occasione del rito in cui poi è stata uccisa la ragazza. Una volta in quella villa, potrei indicare il luogo dove la Corazzin è stata reclusa per diversi giorni e anche la stanza dove poi si è consumato il sacrificio».
E prosegue: «Nella sala faceva freddo. Era come se ogni fonte di calore fosse stata risucchiata non solo dalla sala, ma anche dai corpi dei presenti. La ragazza (Rossella Corazzin, ndr) gemette forse per il gelo che aumentava. Un candelabro si rovesciò e cadde a terra come travolto dal passaggio di qualcuno. Uno di noi fece per rimettere in piedi il candelabro, ma lo fermammo con lo sguardo. In quel momento il Magister (il capo della setta, ndr) salì sul tavolo e possedette la vergine. Si sdraiò sopra di lei, sollevò a metà la tunica».
E alcuni dettagli sono stati omessi perché troppo forti. «Con una spada le fu tagliato un polso – prosegue -. I presenti a sua volta si tagliarono e il sangue fu mescolato in una coppa da cui tutti bevemmo. Poi ciascuno recitò un giuramento di ispirazione templare. Quindi la ragazza fu avvolta in una coperta e portata via in un’altra stanza».
Perchè su uccisa la ragazza?
«Non escludo – scrive Izzo – che ci fossero persone che partecipando a certi riti credevano di acquisire potere, come non escludo ci fossero dei sadici puri. Io e i miei amici più stretti, tra cui Andrea Ghira (il complice arrestato per il massacro del Circeo, ndr.), eravamo interessati invece al potere di ricatto che creava una fratellanza di sangue tra chi praticava quei riti». E infine: «Non sono io che devo dare riscontri. Io come imputato indico i fatti, do ovviamente particolari, indico testimoni che possono essere sentiti, poi tocca agli investigatori trovare eventuali prove».