Monia Bortolotti, retroscena choc sulla mamma dei due neonati uccisi: Il racconto dell’infermiera e i sms prima dell’omicidio

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Emergono particolari sulla morte dei due fratellini, Alice e Mattia, morti per soffocamento nei loro lettini. Al momento la prima accusata è la mamma, Monia Bortolotti, 27 anni: la donna non sopportava più i loro lamenti. Secondo gli ultimi elementi, emergono delle telefonate e messaggi scambiati con un’amica, in cui Monia parla del rapporto con il compagno Cristian.

I messaggi

I dialoghi audio risalgono a poco l’infanticidio e sono stati trasmessi venerdì scorso durante la puntata di Pomeriggio Cinque. In questi audio la Bortolotti raccontava le sensazioni dopo le morti di Alice e Mattia: la donna si lasciava andare a delle confessioni sul rapporto con Cristian: “Io in questo momento sono in standby perché sì, sono un po’ crollata in tutto. Il mio compagno c’è ancora, ma diciamo che nella coppia la roccia un po’ ero io”. Infine: “Quindi crollo io, crolla un po’ tutto. Quindi è un po’ più difficile da gestire”.

La ricostruzione

Secondo il pm Maria Esposito, Monia avrebbe ucciso i due figli neonati “incapace di reggere alla frustrazione del loro pianto prolungato”. In un primo momento si pensava fossero due morti in culla, ma la dinamica non ha convinto gli inquirenti né il personale sanitario dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questi ultimi avevano subito segnalato dei comportamenti sospetti della mamma che, secondo i sanitari mostra una palese insofferenza verso il figlio e un episodio strano, un abbraccio troppo stretto che aveva richiesto addirittura l’intervento di un’infermiera per strapparle il piccolo dalle mani.

Gli episodi

Secondo le testimonianze raccolte dal pm, la donna era seguita dal Cps di zona: in passato aveva compiuto atti autolesionisti: “Quando siamo andati a trovarla dopo la nascita della bambina lei faceva capire che aveva qualche difficoltà”, sempre la testimonianza dell’amica della coppia, conosciuta in pista da ballo durante il corso di danze caraibiche che Monia tanto amava, a Corriere Bergamo.

“Ma penso come tutte le mamme del mondo alle prime armi, quando non sai come gestire il bimbo e non capisci se ha fame, se ha freddo… nonostante l’amore che aveva per la danza, Mia si era presa il suo tempo per stare con la sua bambina, così come Cristian. Aveva la moto e l’ha venduta”. Poi la morte della piccola. “Li avevamo trovati con lo sguardo perso. Lei dopo quattro mesi è rimasta di nuovo incinta di Mattia, il secondo figlio“.

La madre adottiva e il compagno Cristian

Secondo gli psicologi lei aveva già mostrato tutte le sue fragilità. Su Facebook, in un gruppo che raduna i genitori dei piccoli morti in culla, si apriva additando la madre adottiva come “anaffettiva”, “aggressiva psicologicamente”, “nociva”. E scrivendo parole dure anche contro il compagno Cristian Zorzi. “È colpa mia”, digita dopo la morte del secondo figlio Mattia, “è colpa mia che sono stata accanto a una persona che per problemi sessuali mi ha sempre tradita e mai amata davvero”.

“Ma lui c’è sempre stato, solo nell’ultimo mese deve avere sentito il bisogno di pensare anche a se stesso, ma non per egoismo, solo per il suo bene. È provatissimo da tutto”, conclude l’amica. “Le ha voluto molto bene, e gliene vuole ancora”.

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