Bimbo di 15 mesi morto per colpa della soluzione fisiologica, La disperazione: “piccolo bimbo, cos’hai combinato?”

Un bambino di quindici mesi è morto affogato dal tappo della soluzione fisiologica che i genitori gli davano per curare l’influenza. Una tragedia si è consumata a Fasano, in provincia di Brindisi, il 18 gennaio, lasciando l’intera cittadina sconvolta. Tutti si sono raccolti intorno ai genitori disperati, increduli davanti la disgrazia che li ha colpiti. “Cosa ho fatto di male nella vita per sopportare questo? Come potrò vivere senza il mio bambino”. Ma la mamma di Nicolò Pugliese dovrà farsi forza e andare avanti, perché suo figlio non tornerà mai più. Il funerale è stato incredibilmente triste.

Ad accompagnare i genitori nel dolore centinaia di persone. Tutto si è vestito di bianco. La macchina che il servizio di pompe funebri ha fatto arrivare appositamente per il bambino. La bara, decisamente troppo piccola. I fiori, tantissime rose bianche, tra cui un mazzo inviato dalla locale stazione dei carabinieri. I palloncini, omaggiati dai bambini della scuola calcio Bs Soccer team. Altri palloncini bianchi hanno accolto la bara al suo ingresso in Chiesa. Erano ventidue, così come i piccoli che frequentavano l’asilo nido insieme a Nicolò e con cui sarebbe dovuto crescere. E gli stessi palloncini sono stati lasciati liberi di volare una volta terminato il funerale, come per accompagnarlo nel regno dei cieli.

Una operatrice del nido, amica della mamma del bambino, ha voluto prendere la parola con un discorso commovente: “Nicolò, piccolo bimbo, cos’hai combinato? Siamo qui per darti l’ultimo saluto ma nessuno di noi crede veramente che sia così. Ci ha proiettato in una dimensione che non è e non potrà essere reale. Tu sei il nostro piccolo bimbo, noi ti amiamo tanto. Abbiamo accolto la tua vita come il dono e la felicità più grande. Eravamo al tuo fianco nel percorso bellissimo della tua crescita. Avevamo sogni da condividere, cose bellissime da fare, sorrisi grandi da ricambiarci. Ci lasci affranti, avvolti dalla coperta del dolore che non scalda e non scalderà.”

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“Ci lasci al buio proprio tu che eri luce. Tu che senza lacrime da inserimento hai varcato la soglia del nostro giardino poco dopo aver spento la tua prima candelina. Con quel fare deciso e burlone di bambino sempre impegnato in tantissime cose da prendere, portare e spostare. Hai mosso con noi i primi passetti, donato a noi le prime paroline, i tuoi importanti pisoli lontani dal seno della tua mamma. A noi affidavi ogni giorno sorrisi che la rendevano più serena al lavoro. E’ ora tutto buio qui Nicolò. Nel coniugare questi verbi al passato che suonano male. Adesso resta, resta Nicolò, nel cuore e nell’anima di chi ti ama”.

“Non lasciarci un’altra volta. Tu sarai sempre con noi. Possa l’aria felice del nido, gli occhi felici dei tuoi piccoli amici, i nostri palloncini tutti bianchi, accompagnarti fin lassù. Non sentirti solo piccolo bambino perché noi ci saremo sempre. Siamo qui, accanto alla tua mamma il cui respiro oggi è debole perché vuol stare con te per sempre, non lasciarti, stringerti ancora, baciarti, abbracciarti come si fa solo con chi ti appartiene dal profondo delle viscere del cuore primordiale della vita. E siamo accanto al tuo papà, uomo di levatura eccezionale, presente, attento, premuroso sempre. Non lasciarci Nicolò, noi ci contiamo, resta nel cuore, alita vita, qui dove oggi tutto è fermo”.

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