Sommergibile Titan, Tempo scaduto. Re Carlo è disperato, “Li dentro c’era anche una persona a lui cara. Di chi si tratta”

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Shahzada Dawood, uomo d’affari pakistano e vicepresidente dell’azienda di fertilizzanti Engro, è uno dei passeggeri a bordo del sottomarino disperso, insieme a suo figlio. L’imprenditore è noto per essere un sostenitore di due organizzazioni benefiche reali, The Prince’s Trust International e The British Asian Trust. Un portavoce di Carlo III ha affermato che il re ha inviato le sue preghiere e i suoi pensieri alla famiglia Dawood e a tutte le persone coinvolte nell’incidente.

Sottomarino Titan, re Carlo devastato

Per il ritrovamento del sommergibile Titan, che stava cercando di raggiungere il relitto del Titanic con a bordo cinque persone, tra cui tre passeggeri facoltosi, è scattato il conto alla rovescia: l’ossigeno a disposizione è limitato e sempre meno. Inoltre, Re Carlo III ha chiesto di essere aggiornato sulle ricerche. Un’altra fonte reale ha infatti dichiarato all’Express: «Il principe Carlo sarà devastato nell’apprendere che Shahzada è scomparso, e seguirà da vicino gli sviluppi».

La missione per salvare i cinque passeggeri a bordo del sottomarino disperso sta per volgere al termine. E l’esito, sembra ogni minuto che passa tragicamente più scontato. Gli esperti avevano segnato le 11 (ora italiana) di questa mattina come tempo limite, prima che l’ossigeno a dispozione del batiscafo si esaurisse. Il tempo, dunque, sarebbe scaduto. I soccorritori hanno fatto ampliato l’area di ricerca, ma è chiaro che ormai si tratta di una missione disperata. Non è chiaro se i dispersi siano ancora vivi, ma le ricerche continuano senza sosta.

Le ricerche del sottomarino

Da lunedì, giorno in cui si sono persi i contatti con il sottomarino Titan, vanno avanti disperate le ricerche. L’ottimismo, man mano che passa il tempo, sta lasciando spazio allo sconforto. Ormai sembrano ridotte al lumicino le speranze di salvare i cinque passeggeri. Sono attualmente 7 le navi coivolte nella ricerca del Titan. Inoltre, giovedì mattina, è stato aggregato alle operazioni un robot capace di inabissarsi fino a 6.000 metri di profondità.

«Se individuato, 4 ore per raggiungerlo»

Sono sempre più ridotte le possibilità di ritrovare in vita i 5 passeggeri del Titan, il sommergibile dell’Oceangate scomparso da domenica mentre era in immersione per raggiungere il relitto del Titanic. Le ricerche restano per ora senza esito e poi, spiegano gli esperti, anche se fosse trovato a breve ci vorrebbero almeno altre 4 ore per riportare il sommergibile in superficie ed aprire il portellone da fuori.

In un briefing dal Science Media Centre, seguito dalla Bbc, Alistair Greig, professore di ingegneria marina presso l’University College di Londra, e Rob Larter, geofisico marino del British Antarctic Survey, alla domanda su quanto tempo potrebbe volerci per portare il sottomarino in superficie una volta trovato, hanno risposto: «Non sappiamo quanto tempo ci vorrebbe ma in uno scenario operativo normale pensiamo ci vogliano circa due ore per scendere in profondità e ancora circa due ore (per risalire)». Larter ha aggiunto che «più lungo è il tempo che trascorre, minori saranno le possibilità di successo».

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