Chiara Carta, scoperti i motivi dell’omicidio. Ecco perché la mamma l’ha uccisa così brutalmente

Una causa per l’affidamento terminata in tragedia, quella che ha portato alla morte di Chiara Carta, ragazzina di 13 anni. E’ stata sua mamma Monica Vinci ad ammazzare la sua bambina con 20 coltellate. Successivamente ha terminato l’opera strozzandola con il caricatore dello smartphone. Compiuto l’efferato atto, la donna si è lanciata giù dal suo balcone a Silì, frazione di Oristano. Quel che ne resta è un papà addolorato, che ha fatto di tutto per avere sua figlia con sé, considerando le condizioni della sua ex, ma non ci è riuscito.

Lui è Piero Carta, un vigile urbano di Oristano, separato dalla moglie con la quale aveva dato alla luce la figlia Chiara. Negli ultimi anni aveva combattuto in Tribunale per cercare di ottenere l’affidamento della ragazzina. Soprattutto dopo un ricovero di sua moglie in psichiatria, aveva cercato di dimostrare la sua non idoneità ad occuparsi della giovane. Ma non era riuscito nel suo intento e la piccola era rimasta con la madre. Ma qualcosa sarebbe potuto cambiare a breve. Appena compiuti i 14 anni, infatti, la piccola avrebbe potuto decidere autonomamente di trasferirsi dal suo papà.

Probabilmente è stato proprio il pensiero di poterla perdere a spingere Monica Vinci ad uccidere Chiara Carta. Un amore che troppo spesso diventa possessione. Siamo ormai abituato ad assistere a questo genere di malattia che spinge all’omicidio, solitamente succede tra una coppia che vede la fiamma dell’amore spegnersi. Questa volta è successo ad una mamma, con problemi psichici, che ha visto concretarsi la possibilità che la sua bambina scegliesse di vivere con il padre piuttosto che con lei. Venti coltellate e lo strangolamento, piuttosto di andare a vivere con papà.

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Adesso Monica Vinci è ricoverata e probabilmente ancora non ha ben capito le conseguenze del suo gesto. Chi è rimasto a piangere Chiara Carta è proprio Piero, che ha voluto condividere tramite i social un pensiero per la sua bambina: “Amore di papà, so che non potrai leggere e rispondere a quello che scrivo, ma il mio cuore vuole comunicare con la tua anima. Ascoltami figlia mia, la tua vita è stata interrotta ad una tenera età. Papà non ti dimenticherà mai. Fintanto che il suo cuore batterà, continuerai a essere il primo pensiero del giorno”. Parole strazianti quelle del vigile urbano.

Piero Carta ha intenzione di lavorare duro per far sì che almeno il ricordo di sua figlia Chiara resti e che la sua vicenda possa essere di aiuto per altre ragazzine costrette a vivere nella stessa condizione. Così infatti termina la sua lettera: “Ho grandi progetti per fare in modo che tu possa essere sempre ricordata ed essere un valido aiuto per gli altri. Ciao amore mio, ti amo”. Sicuramente un finale che potrebbe far comprendere quanto non sia sempre la scelta migliore voler lasciare i figli con la mamma a prescindere da tutto. Soprattutto quando ci sono dei problemi psichici di qualunque genere.

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