Ancora in tempo per scegliere quale pandoro prendere? Sicuramente. I supermercati e i cash & carry sono ancora pieni, anche se piano piano vanno esaurendosi. Tra pandoro e panettone la stragrande maggioranza sceglie sempre il primo. Più morbido, senza canditi né uvetta, da inzuppare nel latte anche il giorno dopo e non solo.
I bimbi preferiscono il pandoro su tutti. In gran parte delle regioni italiane del centro sud si consuma più il pandoro, c’è poco da fare. Nei supermercati, infatti, è quello più richiesto e per questo motivo quello che finisce prima. Ma quale scegliere? Le marche sono tante e non sempre economiche.
Gambero Rosso, grande rubrica di food ormai famosa in tutto il mondo ha stilato una classica del miglior pandoro commerciale che si trova nei supermercati. Vediamole partendo, però, dall’ultima posizione.
La classica dei pandori
All’ultimo posto, al posto numero 7 c’è il panettore Tre Marie, voto 48/100
Il packaging forse è il migliore, dà un senso di calore che forse gli altri non dano. Al taglio il coltello affonda e la pasta appare ben alveolata e regolare. Al profumo, però, spiccano i problemi. Secondo Gambero Rosso l’odore ha note di formaggio a pasta fusa e aromi chimici. All’assaggio c’è un eccesso di zucchero, al palato rimane un po’ unto.
6- Melegatti, voto 51/100
All’interno è presente un bel giallo. Anche in questo caso l’alveolatura è uniforme e regolare. Al naso emerge la liquirizia e a quanto pare sovrasta tutti gli altri gusti. In bocca arrivano subito note di vaniglia: il finale però è amaro e anche in questo caso ricorda sapori chimici che lasciano un palato sporco. L’impasto resta asciutto.
5- Maina. voto 52/100
Un bel color nocciola, uniforme alla cottura, mollica bella da vedere. La crosta però tende a staccarsi troppo facilmente e la base sembra non sia molto cotta. L’odore non è però gradevole come gli altri due, ha note alcoliche e sentori di formaggio e coprono tutto. Note di fermentazione quando si assaggia, note acide che, secondo il Gambero rosso, sanno di latte scaduto.
4-Balocco, voto 54/100
Cottura un po’ oltre il tempo necessario, pasta compatta e alveatura fittissima. Al naso è piacevole: sentori di biscotti, caramella, merendine. Al palato emergono invece note dolci, e un finale acido e al tempo stesso alcolico. Consistenza non delle migliori, al palato è asciutto.
3- Paluani, voto 57/100
Partendo dal colore possiamo dire che è scuro ( che tende alla nocciola) e uniforme. L’interno, una volta tagliato, presenta un aspetto giallo luminoso e un’alveolatura piccola e omogenea. Impasto poco asciutto: sentore di formaggio e di “industria dolciaria”. Leggero sapore di caramelle. Al morto torna il sapore di formaggio e il palato rimane grasso.
2- Motta, voto 62
Un secondo posto meritato: la forma non è delle migliori, ma anche qui il colore è bruno, tendente alla nocciola. Buon taglio, il coltello affonda bene e la mollica sembra essere omogenea con un’alveolatura fitta e compotta. Odore di marsala, profumo aromatico e delicato. Ben bilanciato con note di caramello al mou. Mollica è soffice ma non molto filante, con un buon grado di umidità.
Podio per Bauli, voto
1- Bauli, 75/100
Si presenta con un bel color nocciola chiaro il primo classificato, ben sviluppato, dall’aspetto composto seppur leggermente schiacciato ai lati. All’interno ha un’occhiatura fitta, la pasta di colore giallo brillante, una trama regolare ed equilibrata, il profumo promette bene con sentori di tuorlo d’uovo, vaniglia, odori di pasticceria che ricordano il pan brioche e la crema, puliti e rassicuranti. Altrettanto valido è l’assaggio, con note lattiche e sentori di caramello, un sapore dolce e infantile, equilibrato, che invoglia a mangiarne ancora. La struttura è soffice, ben lievitata, dalla buona masticabilità. La differenza con gli altri pandori in degustazione è netta; stavolta non c’è partita.