“Papà l’ha uccisa perchè quando sarebbe andato in carcere per l’omicidio di mio marito, non l’avrebbe più rivista“. A parlare al Corriere del Mezzogiorno è stata Anna Caiazzo, figlia di Raffaele Caiazzo, accusato di aver ucciso la nuora e il genero a Sant’Antimo. Due omicidi passionali che in un primo momento si pensava ad un “fatto” legato alla camorra, ma che celava qualcosa di più complesso, di ossessivo. Stando a quanto raccontato da Anna, il padre avrebbe intenzionalmente ucciso il marito ma poi si sarebbe reso conto che andando in carcere non avrebbe più visto la nuora e ha preferito ucciderla anzichè starle lontano senza sapere cosa facesse.
La storia
Si era invaghito della nuora Raffaele Caiazzo, era ossessionato, totalmente preso da un amore impossibile. Lei, Maria Brigida Pesacane, era la moglie di Alfonso, figlio di Raffaele. Maria Brigida e Alfonso avevano due figli e due nipotini quasi coetanei: i figli di Anna Caiazzo ( sorella gemella di Alfonso) e Luigi Cammisa anche lui morto ammazzato perché Raffaele, probabilmente, pensava ci fosse una relazione tra lui e Maria Brigida. Un triangolo ossessivo, più che amoroso. Sospetti, solo quelli. Non c’è mai stata alcuna prova che Luigi e Maria Brigida fossero amanti: Raffaele però ne era convinto, pensava che Luigi fosse il terzo incomodo, una terza presenza maschile che si fosse messa tra lui e la moglie del figlio Alfonso.
Sia Alfonso che Anna sapevano che Raffaele fosse ossessionato dalla nuora, e in tutti i modi avevano cercato di salvare i rapporti. Far tornare il sereno che ormai in quella famiglia era scomparso per una amore non condiviso e impossibile. Raffaele ( il presunto omicida) aveva addirittura più volte manifestato la sua gelosia nei confronti di chi potesse solo sfiorare Maria Brigida. I due figli raccontano come ad un matrimonio Raffaele avesse litigato con un uomo solo per aver osato ballare con la nuora.
“In famiglia stiamo affrontando da qualche mese il problema che mio padre si è invaghito di Brigida e, da qualche tempo sostiene lei avesse una relazione con il marito di mia sorella, Luigi Cammisa. – ha riferito agli investigatori Alfonso Caiazzo – per questo motivo, appena ho saputo della morte di Luigi, ho temuto per la vita di Brigida. Negli ultimi due mesi, mio padre ha detto più volte, in famiglia, che Luigi e Brigida avevano una relazione, secondo me con la speranza che io e Anna li lasciassimo
Il duplice omicidio
Forse lo ha premeditato da tempo, covato da giorni. Un duplice omicidio che si è consumato nel giro di poche ore. La mattina del 10 giugno Raffaele avrebbe aspetto il genero intorno alle 6 del mattino ( quando stava per andare a lavorare) gli avrà forse detto qualcosa prima di sparargli. Sette colpi, per ucciderlo forse. Dopo aver finito il primo, è andato a casa di Alfonso, il figlio, ha trovato Maria Brigida in bagno, mentre i due nipotini dormivano e ha sparato altri 5 colpi. “Mio padre l’ha uccisa- ha detto la figlia Anna – perché era convinto che andando in carcere non gli sarebbe più stato permesso di vederla e di starle vicino”.
Anna è stata la prima ad andare in strada, in piazza Sant’Antonio, a vedere cosa fosse successo al marito. In piazza ha poi trovato un amico e collega di Luigi, minacciato dallo stesso Raffaele con una pistola, la stessa che ha usato per uccidere i due parenti. Raffaele Caiazzo dal carcere, durante l’interrogatorio davanti al Pm ha poi detto di ucciso Luigi Cammisa, ma ha detto di non ricordare di aver ucciso Maria Brigida.
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