Giandavide De Pau ha raccontato i dettagli dell’omicidio commesso nei confronti di tre donne. Stiamo parlando delle tre prostitute che sono state trovate uccise a Roma. Una pozza di sangue, un efferato delitto compiuto probabilmente con un coltello. L’arma non è ancora stata ritrovata, probabilmente l’uomo l’ha gettata mentre vagava in giro per la Capitale. Ha vagato per due giorni, sporco di sangue, finché non ha deciso di chiamare sua sorella. In un primo momento le ha semplicemente chiesto di procurargli degli abiti puliti, ma successivamente si è lasciato convincere a tornare a casa per riposare.
E’ stata proprio la sorella a capire il suo coinvolgimento negli omicidi delle tre donne di cui già si stava parlando in tutta Roma. Giandavide De Pau ha avuto soltanto due ore di riposo sul divano di casa, prima di essere arrestato dai poliziotti, chiamati dalla sua familiare. L’uomo ha confessato gli omicidi e ha raccontato nel dettagli quello che gli è successo. A partire dalla serata di mercoledì, quando ha incontrato una donna cubana e hanno sniffato cocaina insieme. Probabilmente l’effetto della droga, insieme ai farmaci psichiatrici, lo ha lasciato in uno stato confusionale.
Omicidio delle tre prostitute, Parla l’assassino
Giandavide De Pau non ricorda bene il momento dell’omicidio, o almeno così racconta agli inquirenti. Ricorda di essere entrato nello stabile dove le due ragazze cinesi lo hanno accolto. Ricorda anche di essere stato fatto accomodare su un divano, in attesa del suo torno. Successivamente le sue memorie si riempiono di rosso. Il rosso del sangue delle due prostitute, l’unica cosa che riesce a memorizzare con certezza. Dopo aver abbandonato il palazzo poi l’uomo si è scagliato contro una donna portoricana di 65 anni. I vicini ne hanno parlato molto bene, nonostante il lavoro discutibile.
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La signora lo svolgeva per assicurarsi di dare un futuro a sua figlia, che aveva soltanto diciotto anni. Ma tutto è stato vano quando Giandavide De Pau è arrivato da lei, quella fatidica giornata. L’uomo afferma di non ricordare questo terzo omicidio. Tuttavia non lo esclude: “Non ricordo di essere stato nella casa di via Durazzo, non lo ricordo proprio. Mi contestate due omicidi, quindi non avrebbe senso negarne un terzo.” Ma la sua presenza è stata confermata anche dalle telecamere di sorveglianza, confermando definitivamente che i tre delitti sono collegati tra loro.
Giandavide De Pau era libero da molto poco tempo. In carcere ci era arrivato a causa dei suoi legami con la mafia. Era una pezzo forte, gestiva il traffico di cocaina a Roma, non aveva scrupoli a uccidere o mutilare i debitori o i nemici. Ma i suoi problemi psicologici lo avevano portato fuori dalle sbarre. Prima ai domiciliari, poi in libertà. A distanza di pochissimo tempo l’uomo si è macchiato di questi tre omicidi. Probabilmente, il processo prenderà nota anche dei suoi problemi mentali e delle medicine che prende.