Branco di Palermo, pubblicate le foto dell’abuso. Lei confessa: “Volevano farlo con me già un mese fa, erano in due”

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Malferma sulle gambe, viene tenuta su a forza da due ragazzi. Uno le cinge la vita, l’altro la sostiene e ne approfitta per palpeggiarla. Francesca (nome di fantasia), appoggia la testa sulla sua spalla visibilmente intontita. Attorno c’è il resto della comitiva: cinque giovanissimi che ridacchiano guardando la scena.
È mezzanotte e 47 minuti del 7 luglio, l’inizio di una serata qualunque che si trasformerà in un incubo.

Di lì a poco la 19enne verrà portata dietro alle lamiere di un cantiere abbandonato del Foro Italico di Palermo e violentata. L’immagine del gruppo, ripresa da una videocamera di sorveglianza di un locale della Vucciria in cui tutto è cominciato, è ora agli atti dell’indagine per stupro aperta dalla Procura dopo la denuncia della vittima. Si tratta di un frame finora inedito, pubblicato dal quotidiano online Livesicilia, di fondamentale importanza per gli investigatori perché conferma le parole di Francesca che agli inquirenti ha raccontato da subito tutte le fasi degli abusi.

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Il gruppo viene filmato poco dopo da una seconda telecamera, stavolta in corso Vittorio Emanuele , la strada che taglia in due la città e porta al mare: sono passati dieci minuti. I sette e la 19enne camminano verso il Foro Italico per sparire poi in una zona non coperta dalla videosorveglianza. Torneranno sotto l’occhio di una telecamera all’una e 24 minuti quando verranno filmati mentre, alla spicciolata, si allontanano dal lungomare per andare a mangiare in una rosticceria.

Cosa sia accaduto nella mezz’ora trascorsa lo dice ai carabinieri la vittima che ricostruisce nei particolari la violenza e racconta che, mentre almeno in cinque la costringevano ad avere rapporti sessuali, il maggiore della comitiva, Angelo Flores, le puntava addosso la torcia del cellulare e riprendeva tutto. Nella terza immagine, finita agli atti insieme alle altre due, Francesca e Angelo non ci sono.

La 19enne spiega che Flores, che si era rifiutato di chiamare un’ambulanza nonostante lei gli avesse detto di star male, si era attardato perché l’aveva aiutata a scavalcare la recinzione: non era nell’inquadratura. Nessuno dei sette si ferma a darle una mano. La vittima resta sola per strada finché due passanti non le prestano soccorso.

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I frame, insieme al video trovato nel cellulare di Angelo, inchiodano il gruppo e confermano che la ragazza, nonostante lo choc, è lucida e in grado di ricostruire con precisione quanto le è accaduto. Ma agli investigatori la 19enne racconta anche altro. È il 14 luglio. Dalla violenza sono trascorsi sette giorni. Francesca torna in caserma per aggiungere alcuni particolari e viene fuori che un mese prima di quella notte altri due ragazzi avrebbero tentato di abusare di lei.

«Non ricordo il nome di uno dei due… l’ho conosciuto un mese fa quando in compagnia di M.R. hanno tentato di usarmi violenza nella zona del Politeama vicino a dei gradini — dice ai carabinieri —. Ero alla stazione e si erano offerti di portarmi a casa a bordo di uno scooter, io ho accettato ma loro, in realtà, anziché accompagnarmi si sono fermati».

«R. mi ha detto “stasera devi avere un rapporto con noi se no ti ammazzo” — prosegue il racconto — A quel punto mi ha preso di forza e mi ha buttata a terra, mentre l’altro si è avvicinato, ma certo non per soccorrermi». Francesca però riesce a difendersi. «Ho preso lo spray al peperoncino e ho spruzzato a entrambi, loro si sono alzati la maglietta per tamponarsi il viso e ho sentito quello robusto che diceva “se ti rivedo ti ammazzo”». Un racconto preciso, come quello della notte del Foro Italico.

Leggi anche: Branco di Palermo, la denuncia choc: “Ecco cosa gli hanno fatto in carcere,, gli altri detenuti non hanno perdonato”

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