E’ stato ritrovato il cadavere di Giulia Cecchettin nei pressi del Lago di Barcis in provincia di Pordenone. La scoperta sarebbe stata fatta poco prima di mezzogiorno dagli uomini impegnati nelle ricerche dei due giovani scomparsi lo scorso sabato dopo un litigio.
Gli ultimi aggiornamenti su Filippo
Emergono nuovi particolari sulla scomparsa di Filippo e Giulia, i due giovani veneziani scomparsi da casa ormai dall’11 novembre. Secondo quanto appreso dalle parole di Elena, sorella di Giulia, Filippo sarebbe spesso online su Wathsapp anche se ha di fatti il telefono spento. La ragazza inoltre ha confessato di aver più volte mandato dei messaggi in questi ultimi giorni al giovane chiedendo della sorella. I messaggi vengono spediti ( hanno la doppia spunta, il che vuol dire che arrivano al destinatario) ma si sa se li legge o meno dato che non si colora di blu. C’è quindi la possibilità che Filippo abbia disattivato la spunta blu che certificato l’avvenuta lettura della missiva.
La presenza online di Filippo su Whatsapp ha sollevato interrogativi sulla sua posizione e sulle comunicazioni con la famiglia di Giulia. La situazione si complica ulteriormente considerando l’indagine in corso su Filippo, ora indagato per tentato omicidio e ricercato in Europa.
Come funziona Wathsapp
Gli investigatori ipotizzano, quindi, che Filippo abbia portato con sé un altro dispositivo. La nota applicazione di messaggistica istantanea, infatti, funziona anche se il telefono sul quale è registrato il numero attivo è spento. Basta aver registrato su un tablet o un pc il proprio profilo. Il mittente vede semplicemente la doppia spunta grigia, conferma (come avviene per le Pec) che il server di Meta ha messo a disposizione per il messaggio al destinatario. È questa la spiegazione che l’avvocato di Filippo, Emanuele Compagno, ha dato oggi rispetto alle notizie di stampa su una presunta attività del telefono.
Le ultime sul caso
“L’auto di Filippo Turetta è stata avvistata all’estero, in una cittadina dell’Austria”. A parlare è Roberto Papetti, il direttore del Gazzettino. “Nell’auto si vede solo la sagoma del guidatore, l’avvistamento è avvenuto tramite un dispositivo elettronico”, aggiunge.