Era ricoverata da 10 giorni in attesa di una gastroscopia ma poi le sue condizioni sono repentinamente peggiorate fino al decesso. È successo all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove una maestra di 62 anni è morta e ora due medici risultano indagati.
La famiglia della donna aveva sporto denuncia ai carabinieri immediatamente dopo il decesso, verificatosi il 18 novembre 2021: la donna, insegnante in una scuola elementare del Salento, era stata portata al pronto soccorso la sera dell’8 novembre con forti dolori all’addome e difficoltà ad evaucare.
Ricoverata, avrebbe dovuto sottoporsi a una gastroscopia o a una colonscopia per una sospetta diverticolite. Dopo un giorno e mezzo al pronto soccorso, stando alla denuncia presentata dai familiari tramite l’avvocato Alberto Gatto, la donna fu ricoverata nel reparto di medicina interna dell’ospedale leccese, dove il 15 novembre fu sottoposta ad una seconda tac, che fece emergere un quadro peggiorativo, in quanto evidenziò una stenosi del sigma.
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Poi, il tragico epilogo: il 18 novembre la maestra è morta senza essere stata sottosta ad altro accertamento. Per il suo decesso, la procura salentina contesta l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario a due chirurghi in servizio all’ospedale Vito Fazzi, in virtù degli esiti di una doppia consulenza che ha stabilito un possibile nesso fra il decesso e la condotta dei medici.
In altre parole, quest’ultimi avrebbero dovuto accorgersi subito che la paziente doveva essere sottoposta ad intervento chirurgico sin dalla prima visita. Così facendo, è probabile che la maestra avrebbe potuto salvarsi. Oltre ai due chirurghi. nell’inchiesta erano coinvolti pure sei medici del reparto di medicina interna dell’ospedale leccese, per il quali il pm ha avanzato richiesta di archiviazione,