Non si è conclusa la prima udienza al Tribunale di Belluno sulla morte di Nicolò Feltrin, il piccolo di due anni morto per overdose a Codissago. Il piccolo è deceduto dopo aver ingerito una pasta al ragù contenente sostanze stupefacenti. Ad averle messe, secondo l’accusa, sarebbe stato il padre. L’uomo voleva che il piccolo si addormentassi prima. In aula si tornerà l’11 gennaio 2024 di fronte al gup ( giudice per l’udienza preliminare) Enrica Marson. La difesa lavora per ottenere uno sconto di pena, dopo aver chiesto il rito abbreviato.
L’accusa di aver ucciso il piccolo
Una morte improvvisa, una tragedia che poteva essere evitata. Secondo l’accusa, Nicolò sarebbe morto per “intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish”. A somministrarla sarebbe stato il padre, che si trova imputato per spaccio di sostanze stupefacenti a minorenni. Secondo la ricostruzione l’avrebbe mescolata al ragù della pasta per il piccolo “verosimilmente – scrive il pm – allo scopo di farlo stare tranquillo e di addormentarlo”.
L’accusa di morte del piccolo sarebbe di omicidio colposo. Sarebbe stata una disattenzione del piccolo, negligenza. Avrebbe lasciato l’hashish che deteneva in una certa quantità in casa incustodita.
Ma è questo il punto più difficile da provare, probabilmente, il nodo su cui giocherà la difesa per ottenere il patteggiamento. C’è stato veramente lo spaccio? Se cade questa accusa, cade anche la seconda, quella della morte in conseguenza.
Non solo il ragù
Non solo la droga, secondo quanto riportato dalle analisi effettuate dal medico legale, il dottor Antonello Cirnelli di Portogruaro ( che ha lavorato con la dottoressa Donata Favretto, tossicologa) emerge che il bimbo avrebbe assunto altri tipi di droga in quella casa. Nel corpo c’erano elevatissime dosi di hashih. Non solo, a quanto pare nel sangue erano anche presenti tracce di cocaina, eroina e metadone.
L’ipotesi è che la droga venisse verosimilmente mescolate nella pappa del bambino. Droga che è stata ritrovata, in basse quantità, in tutta la casa nella perquisizione che seguì la morte del piccolo. La mamma non è mai stata indagata, ma è identificata, con i nonni materni, parte offesa. Nessuno si è costituito parte civile: un particolare che renderà più semplice l’eventuale patteggiamento.