Appena quattro giorni prima della tragedia, sono state inviate 23 mail autenticate ad altrettanti destinatari: “Evacuate Casamicciola, la semplice allerta meteo non basta”. «Dopo l’allerta meteo arancione, ho lanciato un segnale di pericolo ai residenti della zona e ho chiesto loro di evacuare». «Dopo l’alluvione del 2009, nonostante negli ultimi anni siano stati stanziati fondi per la messa in sicurezza, non sono stati fatti interventi, o almeno non di rilievo: 180.000 euro per la pulizia degli alberi, 3 milioni di euro e 100 euro per l’abitato alto di Casamicciola (2010-2012) e uno sforzo metropolitano nel 2018 per proteggere il bacino del fiume Larita. Da molti anni mancano ancora i piani per dichiarare il dissesto idrogeologico della regione”, queste le drammatiche dichiarazioni di Giuseppe Conte, omonimo dell’ex premier ed ex sindaco del comune ischitano.
Conte, ingegnere classe 47 ed ex dirigente dell’acquedotto e acquedotti della Campania, spiega al Corriere: «Il problema di Casamicciola, di cui ero sindaco negli anni ’90, non era l’abusivismo, ma il rapporto tra questo disastro e le alluvioni del 1910. Stessa, ovvero la vulnerabilità del territorio. Dopo le alluvioni del 1910, fu realizzato per il paese un sistema di protezione, la cosiddetta “briglia”, ma da allora non vi è stato alcun intervento vero e proprio e nessuna manutenzione degno di questo nome » Questo è il corpo dell’email.
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Dopo aver premesso il peggioramento delle condizioni meteorologiche, l’ex sindaco ha scritto il 22 novembre: “Va ricordato che nella notte del 13 febbraio 2021, uno degli impianti termali storici che vi persistevano era in Valle Rita. Crollato. L’Amministrazione Civile regionale, unitamente al Soccorso Alpino e Speleologico della Campania, ha verificato la tutela dell’ostruzione quasi certa del cunicolo interrato dopo l’apparente crollo. I tecnici intervenuti hanno riscontrato una situazione chiaramente catastrofica e la possibilità di un ulteriore crollo, e l’urgenza di ripulire l’intero alveo dalla vegetazione, dai rifiuti e dalla materia solida interna”.
Prosegue l’ingegner Conte: “Considerando che l’opera richiesta non è stata ancora eseguita, i comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno potrebbero trovarsi in “grave stato di crisi per l’imminente calamità naturale” per l’imminente pericolo nell’area valliva Rita. Tenuto anche conto dello spartiacque le autorità competenti, il Sindaco di Casamicciola Terme e l’intermediario di Lacco Ameno, non hanno operato alcun intervento. Quindi la possibilità di nuovi allagamenti nella stessa zona impone alcune azioni a tutela della popolazione, non può essere un semplice avviso di allerta meteo”.
Un allarme che è rimasto e resta ancora senza risposta. Secondo Legambiente, 600 case abusive ad Ischia sono interessate da ordinanze definitive di demolizione e ci sono 27.000 pratiche di sanatoria avviate in occasione di tre leggi nazionali. Di questi, l’Ufficio Tecnico del Comune di Forio ha accettato 8.530 istanze, a Casamicciola e 3.506 istanze e a Lacco Ameno altre 1.910 istanze. L’associazione ricorda che dopo il decreto del 2018 (il cosiddetto “decreto Genova” o “decreto emergenza”, approvato nell’autunno 2018).
