Non so se è un capolavoro di malafede o un disastro e basta. Probabilmente tutti e due. Stamane, per un tempo abbastanza lungo, l’hashtag in cima su X (ex Twitter) non era più – come da giorni – #GiuliaCecchetin, o #FilippoTuretta. Era #Satana. E voi direte: in che senso, Satana? In controsenso, diciamo.
Partendo da foto dei social di Elena Cecchetin e da simboli su una felpa siamo arrivati al capolavoro: c’è lo zampino, anzi la zampa ungulata, di Satana. Nessuna responsabilità sociale, nessun patriarcato tossico, basta con questa solfa, ovviamente della sinistra (qualcuno addirittura vagheggia un mondo perduto, un’età dell’oro in cui la violenza non c’era, mentre adesso il maschio “svirilizzato e fluido” non ha scelta: roba da psichiatri, ma molto bravi). La cosa sarebbe già patetica, e pericolosa, così, se solo questi deliri venissero da utenti comuni (o magari bot), e invece no. C’è persino una voce istituzionale.
Sulla sua pagina Facebook, il consigliere regionale eletto nella lista Zaia, Stefano Valdegamberi (riconfermato in Consiglio regionale veneto con oltre 11mila preferenze) scrive così: “Ho ascoltato a Dritto e Rovescio le dichiarazioni della sorella di Giulia. Posso dire che non solo non mi hanno convinto per la freddezza ed apaticità di fronte a una tragedia così grande ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i Magistrati valutino attentamente. Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita.
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E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto…spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro? Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze. Il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla “società patriarcale”. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito. Forse mi sbaglio ed è solo la mia suggestione… (le foto che pubblico sono tratte dal profilo facebook della sorella intervistata e sono molto significative)”.
Seguono foto prelevate dal profilo di Elena Cecchettin, definita “frequentatrice di centri sociali e delle bestie di Satana”, e con cui il consigliere leghista interloquisce direttamente: “Cara ragazza questo cos’è? Lo chiedo a te, sorella della vittima? Perché si trovano sul tuo profilo? Strane coincidenze?”.
Non menziono nemmeno i commenti di taluni utenti (Zaia si è dissociato totalmente dalle parole del consigliere), ma almeno loro non sono stati eletti (ancora). E non sono quelli a cui dovrebbe essere affidato il compito di progettare quello che la premier Meloni ha, tra le altre cose, promesso contro la violenza sulle donne: “Una campagna di sensibilizzazione nelle scuole”. Non sarebbe male, forse, una campagna di sensibilizzazione nelle aule delle istituzioni e nelle loro comunicazioni.