Massimo Bossetti, la Svolta clamorosa: Trovato altro Dna, “Ad uccidere Yara è stata una donna”

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Omicidio Yara Gambirasio news a Quarto Grado: si è fatto avanti nella vicenda giudiziaria (ormai passata in giudicato) un nuovo pool investigativo composto da ben 13 persone tra cui spicca la figura eclettica di Carlo Infanti, regista, produttore, drammaturgo e scrittore che nel 2018 aveva scritto un libro proprio sul caso Yara Gambirasio. Questo pool sarebbe stato assoldato da Marita Comi, moglie di Bossetti, e starebbe lavorando per scagionare il muratore bergamasco già dallo scorso gennaio.

Un lavoro svolto in gran segreto per effettuare indagini difensive in favore di Bossetti. Quarto Grado ne ha dato conferma nella puntata andata in onda lo scorso 6 dicembre, rivelando inoltre che al nuovo collego difensivo sarebbero stati consegnati i ‘dati grezzi’ dell’indagine messi a disposizione dalla difesa Salvagni-Camporini nelle fasi processuali e, con la chiusura definitiva del caso, riconsegnati alla famiglia Bossetti-Comi.

Marita Comi, Quarto Grado rivela: è lei ad aver dato incarico ad un nuovo pool difensivo

I nuovi consulenti – dai quali Massimo Bossetti ha preso le distanze attraverso una lettera piccata scritta in carcere e resa pubblica su Facebook dall’avvocato Claudio Salvagni – sosterrebbero che il cellulare del muratore di Mapello non è rimasto spento dalle 17:45 della sera del delitto (26 novembre 2010) fino al mattino successivo ma sol dopo le 19, e avrebbe agganciato un’area che non è quella del campo di Chignolo d’Isola, dove Yara è stata aggredita e abbandonata ad una atroce e lenta morte. Inoltre, analizzando i dati grezzi sul Dna concessi dal tribunale di Bergamo, ben due genetisti del pool avrebbero scoperto un nuovo Dna nucleare, purtroppo incompleto, sugli slip di Yara che sembrerebbe essere quello di una donna.

Massimo Bossetti nuovo pool difensivo: indagini contro la sua volontà?

Al momento si tratta solo di indiscrezioni il cui contenuto è tuttavia clamoroso. C’è poi un esperimento iniziato il 26 novembre scorso: i consulenti che lavorano a favore di Bossetti hanno sparso fluidi biologici in un campo ripreso dalle telecamere 24 ore su 24, e ne misureranno la degradazione fin al 26 febbraio prossimo, allo scadere del tempo esatto in cui il cadavere di Yara rimase in quel campo dalla sera dell’omicidio al giorno del ritrovamento, del tutto casuale, del suo corpo.

I risultati dell’esperimento saranno poi sottoposti allo studio di una università, al fine di capire se un profilo genetico possa resistere tanto tempo al freddo e alle intemperie senza contaminarsi. I 13 consulenti avrebbero inoltre acquistato il furgone cassonato Iveco Daily in uso a Bossetti all’epoca dei fatti, per fargli rifare il percorso compiuto dal mezzo del presunto assassino sotto le telecamere della ditta Polynt, nei pressi della palestra di Brembate, da dove Yara fu prelevata, e verificare se si tratti dello stesso furgone.

Intanto procede parallelamente l’incarico ufficiale dato da Bossetti al suo storico pool difensivo per svolgere indagini sui reperti di indagine: alla difesa del muratore è stato tuttavia solo concesso di visionare i reperti (abiti e altri oggetti) sotto la super visione della polizia giudiziaria, senza però poterli sottoporre ad alcun tipo di analisi. Si tratterà quindi solo di una ispezione.

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