Sono stati condannati i quattro uomini di colore ritenuti responsabili della morte di Desirèe Mariottini. Oggi finalmente la famiglia assiste alla punizione di colore che le hanno tolto uno dei regali più grandi che la vita possa fare a una donna: sua figlia. Una madre non può darsi pace finché gli assassini della sua bambina non sono dietro le sbarre. Allo stesso tempo, questa soddisfazione non può riportarle indietro questo amore. “Sono quattro mostri e devono stare in prigione. Speravo nella conferma della condanna e questa sentenza mi da solo un po’ di pace dopo tanto dolore”.
Ovviamente però il suo malessere non è finito definitivamente: “Il dolore ci sarà sempre e nessuno mi darà mai indietro mia figlia”. Barbara Mariottini ha reagito alla sentenza abbracciando sua sorella, Serena Mariottini, tra le lacrime. Sono quattro gli uomini colpevoli della morte di sua figlia Desirèe: Yusif Salia, ghanese di 36 anni; Mamadou Gara, senegalese di 30 anni; Brian Mintech, senegalese di 47 anni; Chima Alinno, nigeriano di 50 anni. I primi due sono stati condannati all’ergastolo, il terzo a sei mesi, mentre l’ultimo dovrà scontare dietro le sbarre 27 anni.
Desirèe Mariottini, I due assassini condannati all’ergastolo. Le parole di sua mamma
Ma cosa era accaduto a Desirèe Mariottini? Tutto è successo una sera, quando la giovane si è recata a Roma insieme alla sua amica, Antonella Fauntleroy. Anche quest’ultima è stata accusata e condannata a sei anni di prigione. E’ stata proprio lei a dare alla sua compagna una dose di cocaina. La sedicenne non riusciva a iniettarsela da sola e la pusher non ha esitato ad aiutarla. Non tenendo in considerazioni i quantitativi di droghe che gli spacciatori stavano somministrando alla minorenne. L’autopsia ha riscontrato che il corpo della vittima era pieno di qualsiasi tipo di sostanza stupefacente.
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Desirèe Mariottini aveva assunto tantissimi tipi di droga: eroina, metadone e anche il Quentiax 300. Questo mix l’aveva ridotta all’incoscienza e i quattro uomini se ne sono immediatamente approfittati. L’hanno violentata molteplici volte prima di lasciarla esanime. Il corpo della minorenne riportava tantissimi graffi e lividi sul corpo, soprattutto tra le gambe. Sono state ritrovate anche le tracce del Dna degli assassini sotto le sue unghie. A rendere il tutto ancor più grave, la giovanissima età della ragazza e il fatto che fosse ancora vergine, come ha affermato il medico legale.
Sono state riscontrate delle lesioni all’imene che confermerebbero questa tesi. Il giudice ha reputato l’atto compiuto dagli imputati ‘una volontà cattiva nei confronti della vittima e legata al desiderio di mantenere il loro commercio di droga’. Commercio che si teneva in un palazzone degradato di via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo. Lì i quattro uomini hanno anche impedito ai loro clienti di chiamare i soccorsi. Un’italiana e due donne straniere hanno riportato le loro urla: “Meglio lei morta che noi in galera”. Ma oggi sono ugualmente tutti dietro le sbarre. Desirèe invece non tornerà mai più da sua mamma Barbara.