Abusi di coscienza, di potere, spirituali, psichici e fisici. Sono gli ingredienti di una storia agghiacciante che vede protagonista il gesuita e artista sloveno Marko Rupnik e le ex suore della Comunità Loyola Gloria e Mirjam, che hanno deciso di venire allo scoperto e denunciare le violenze subite tra gli anni ’80 e ’90. Secondo le due donne, le vittime del religioso all’interno della comunità sono state almeno una ventina, su un totale di 40 membri.
«Rapporti a tre per essere a immagine della Trinità»
Il racconto di Mirjam e Gloria arriva a oltre 30 anni di distanza perché solo oggi sono riuscite finalmente a superare «il dolore, la vergogna, il ribrezzo» per quanto subito. Gloria, senza mai cedere alle lacrime, ha descritto il contesto abusante messo in piedi da Rupnik: una serie di approcci in veste di padre spirituale durati a lungo nel tempo, fino al plagio. «Mi ha costretto a rapporti, anche a tre», ha raccontato l’ex religiosa.
«Un fatto – ha spiegato – che mette in evidenza il fulcro dell’unione dell’abuso e del pensiero teologico e artistico, perché a un certo punto Rupnik mi disse che sentiva nella preghiera che il nostro rapporto non era esclusivo ma doveva essere a immagine della Trinità, quindi dovevamo invitare un’altra sorella a vivere i rapporti con noi. Addirittura per convincermi a dei veri rapporti prnografici cominciò a portarmi in due sale cinematografiche di Roma, sulla Salaria e sulla Nomentana, e si vedeva che lui era un habituè di questi posti».
L’intervento di papa Francesco
Solo di recente papa Francesco ha chiesto al Dicastero per la dottrina della fede di esaminare la vicenda derogando alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo. E oggi la sala stampa vaticana ha ribadito che «negli scorsi mesi, a seguito dell’incarico ricevuto dal Papa a fine ottobre, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha contattato le istituzioni coinvolte a diverso titolo per ricevere tutte le informazioni disponibili relative al caso». Inoltre, sempre la sala stampa annuncia che «dopo avere allargato il raggio della ricerca a realtà non precedentemente contattate e avendo appena ricevuto gli ultimi elementi in risposta, si tratterà ora di studiare la documentazione acquisita per poter individuare quali procedure sarà possibile e utile implementare».
Chi è Rupnik
L’avvocata delle due ex religiose Laura Sgrò ha parlato di Rupnik sotto tre profili: «Adesso è un sacerdote diocesano, fino al giugno 2023 è stato un gesuita; secondo, è un artista di fama mondiale e terzo è anche un imprenditore, lo dice il registro delle imprese». Sgrò ha menzionato gli «oltre 200 luoghi nel mondo che presentano i mosaici di Rupnik» tra cui i santuari di Fatima, di Częstochowa, ma persino la cappella Redemptoris mater in Vaticano.
Un ruolo fondamentale nella costruzione del contesto abusante lo avrebbe avuto anche la fondatrice della Comunità Loyola. «Rupnik – ha spiegato Gloria che lo conobbe da giovane studentessa di medicina a Roma – è stato in grado di manipolare molte persone attorno a sè creando una rete di contesto molto ampia» che di fatto lo ha protetto per tutto questo tempo.
Rupnik potrebbe finire a processo nel foro canonico, anche se esiste il rischio della prescrizione, come ha evidenziato Sgrò, dal momento che i fatti risalgono agli anni ’80 e ’90. Per questo le due donne hanno deciso di rivolgersi direttamente al Pontefice: «Finora ci siamo trovate davanti a un muro di gomma. Che il muro si sgretoli, il Papa non riduca noi e tutte le altre vittime al silenzio».
Leggi anche: Bambina di 11 anni scomparsa mentre andava a scuola: trovato il corpo. Arrestato un amico del papà
