Antonio Logli, assassino di Roberta Ragusa, ha chiesto una revisione della sua condanna e continua ad affermare di essere totalmente innocente. L’uomo ha anche redatto un memoriale di suo pugno che ha inviato ai giudici e ha presentato delle nuove prove. Infatti per riaprire il caso, già chiuso in passato, è necessario che vengano presentati elementi completamente nuovi da valutare. Al momento il 59enne è condannato a venti anni di carcere, ma il prossimo 5 dicembre si svolgerà l’udienza in cui la Corte d’Appello di Genova deciderà se riprendere o meno la discussione.
Era il 2012 quando Roberta Ragusa scompariva dalla sua abitazione. Una sparizione che lasciò tutti senza parole. La donna era talmente legata ai figli, che nessuno avrebbe mai pensato potesse lasciarli. Proprio su questo punto interviene Antonio Logli, spiegando che sua moglie aveva avuto due aborti prima di riuscire a portare a termine una gravidanza. Nel periodo del secondo aborto poi aveva dovuto affrontare la morte del padre e il tumore della madre. Episodi che secondo suo marito l’hanno portata a diventare molto fragile e a mettere da parte la sua vita per quella degli altri.
Roberta Ragusa, Il suo ex marito vuole provare la sua innocenza, L’udienza il 5 dicembre
Roberta Ragusa si era completamente annullata per i figli. Mentre tutti affermano che non li avrebbe mai lasciati, Antonio Logli oggi sostiene che era stufa di occuparsi di loro a 360 gradi. “Gli faceva ogni cosa, era praticamente succube, e loro se ne approfittavano. Una volta mi ha detto: ‘Non ce la faccio più con i tuoi figlioli, io me ne vado e te li lascio, così provi cosa significa.'” Da quella discussione a suo dire la moglie è completamente cambiata, fino al momento della sua sparizione. L’uomo è convinto che sia andata via anche a causa della scomparsa del suo pupazzo, dal quale non si sarebbe mai separata.
Secondo Antonio Logli, Roberta Ragusa ha abbandonato tutti ed è scappata, portando con se proprio l’oggetto cui teneva più di tutto. Un’altra contestazione nel suo memoriale riguarda una presunta ingerenza da parte dei militari che quel fatidico giorno arrivarono alla sua abitazione. Si parlò tanto del graffio che l’uomo aveva sulla fronte. “Ebbi una perdita dall’impianto di riscaldamento, in soffitta, e vedendo cadere l’acqua dal soffitto mi recai in giardino, vicino a dove si parcheggiano le auto, per prendere un tubo necessario a scaricare l’impianto di riscaldamento”.
Antonio Logli afferma che è stato proprio in quel momento ad avere l’incidente, mentre a casa sua era presente la polizia. “Urtai la tempia in un ramo di ulivo causandomi il famoso graffietto di cui tutti hanno avuto da dire. Il maresciallo, dopo avere constatato dove avevo urtato la fronte, non ha redatto la relazione di servizio. Questa è solo la prima ingerenza del militare”. Oggi il marito di Roberta Ragusa vorrebbe iniziare una nuova vita insieme a Sara Calzolaio, la donna con cui tradiva sua moglie già all’epoca della scomparsa. I figli gli credono e sono dalla sua parte. Starà ai giudici capire se le molte prove da lui evidenziate hanno le basi per una riapertura del caso.