Attimi strazianti, un raptus, la violenza e poi il buio. “Ho commesso una fesseria, venite sopra, sono stato io. E’ qui”. A pronunciare queste poche frasi è stato Luigi Leonatti, 51 anni, reo confesso di aver ucciso la moglie martedì sera scorso, ad Andria quando ha chiamato i soccorritori. Ha dichiarato di aver ucciso la moglie Vincenza Angrisano, 42 anni, nella loro abitazione, a pochi chilometri dal centro città. Nell’ordinanza il gip del tribunale di Trani Lucia Anna Altamura ha disposto la custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario.
Il femminicidio di Vincenza Angrisano
Una dinamica totalmente diversa da quella che poche settimane fa ha sconvolto l’Italia, quando è stata uccisa Giulia Cecchettin. Rispetto a quest’ultimo caso, dove il femminicidio aveva come movente la possessività oltre alla gelosia, questo femminicidio, secondo quanto dichiarato da Leonetti, è stato un presunto tradimento di Vincenza. Lui avrebbe dichiarato agli inquirenti: “Mi ha tradito”.
Al momento dell’arrivo dei sanitari sul posto, in casa loro, il corpo della donna era la primo piano steso al suolo, sul pavimento nel corridoio accanto al bagno. I due figli della coppia, di 6 e 12 anni, al momento dell’ arrivo dei soccorsi erano nella loro stanza alla fine del corridoio con la porta semichiusa.
L’allarme del figlio
Una telefonata ha scosso la famiglia martedì scorso, quella fatta dal figlio più grande della coppia alla zia. “Zia, papà ha accoltellato mamma. Ha ucciso mamma. Corri”. Secondo quanto Leonetti ha dichiarato agli investigatori, i due avrebbero avuto altre discussioni e un’altra aggressione avvenuta giorni prima, quando lei sarebbe tornata la sera tardi. Lui quindi l’ha rimproverata picchiandola. A quel punto Vincenza si è recata in ospedale per farsi medicare. In quel caso, Luigi Leonetti aveva meditato l’omicidio: “il proprio intendimento omicidiario, non nascondendo – scrive il gip – che questo pensiero aveva attraversato la sua mente”.
La ricostruzione della giudice
Il 23 novembre scorso l’uomo, scrive la giudice, ha manifestato la sua aggressività nei confronti della donna prendendola a schiaffi. “Da quel momento in poi, particolarmente durante le sue ore lavorative» l’uomo «dichiarava di aver sedimentato l’idea di uccidere sua moglie. Non aveva ben chiaro il momento, né il luogo, né la modalità, ma questo pensiero si era riproposto più volte nella sua mente. Aveva pensato di ucciderla mentre la stessa stava dormendo sul divano in cucina, aveva pensato, comunque, di ucciderla in qualche modo – si legge nel provvedimento -. Il tutto poi era stato ancor più sostenuto dal fatto che la donna gli aveva comunicato il giorno prima» del delitto «di aver preso in affitto un appartamento e che si sarebbe trasferita dal 20 dicembre». L’uomo è in carcere a Lucera (Foggia) con l’accusa di omicidio volontario aggravato dall’aver commesso il fatto in danno del coniuge
La lettera del figlio
“Cara mamma ti voglio tanto bene. Resta sempre nel mio cuore. Sei la persona che amo di più al mondo. Mi ricorderò sempre del tuo sorriso e del tuo aspetto solare. Guardami da lassù. Riesco ancora a sentire la tua voce, riesco ancora a sentire la felicità che avevi per la vita, riesco ancora a sentire la tua mano morbida che mi abbraccia. Cara mamma aspettami lassù perché alla morte non c’è rimedio, ma quando sarò vecchio ti raggiungerò. Ora guardo le tue foto e ascolterò i tuoi audio. Sento ancora il tuo abbraccio caldo e affettuoso. Cara mamma ti voglio bene”. L’ultima lettera del figli più grande della donna. Le parole struggenti d’addio alla mamma, strappata alla vita e all’affetto dei figli in maniera così violenta.